domenica 29 luglio 2012

Ciao, come sei bella

E poi accade, all' improvviso.
Nella grande città dell'Est Europa dove sto trascorrendo un pò di vacanze, grazie a una amicizia che dura da vent'anni, mi sono trovato per una serie di bizzarre e invero poco piacevoli circostanze ad avere una serata completamente da solo.
Il mio amico è un'ottima persona, ma non concepisce la vita notturna.
E insomma, uno sguardo su gnoccatravels per vedere i posti consigliati e via.

Il fatto è che la vita notturna non piace neanche a me. Trovo quei locali dove si beve e si lanciano gridolini con un tunph tumph tumph continuo nelle orecchie il massimo dell'idiozia. E non sono abbastanza bello da rimorchiare di sguardi.
Io funziono di parole, di sorpresa, di umorismo e coraggio. E in discoteca sono un perfetto baccalà, per giunta ormai un pò fuori stagione.
Ma si sa, all'Est basta entrare  e ti rimorchiano loro.
Seeh. Stì cazzi. I tempi belli della miseria qui sono passati, non filano di striscio.
Per cui mi sono rassegnato a lanciarmi io.

Ho scoperto già da qualche giorno con una certa sorpresa che da queste parti un italianissimo "Ciao, come sei bella" viene capito al volo e provoca piacevoli rossori. Alla faccia degli approcci strategici.
Non che finora mi avesse portato molto di concreto, infine.

E stasera ho sorbito il calice che tocca al maschio, di indifferenza , due di picche e sorpresi dinieghi (sorpresi nel senso di "come ti viene di provarci con ME, che come tutte ce l'ho solo io"). Ma avevo solo questo Sabato, e non volevo mollare troppo facilmente. Di locali ne ho girati tre.
Nel terzo il solito "Ciao come sei bella " gettato quasi senza guardare ha incontrato improvvisamente un sorriso. L'ho guardata meglio, forse non mi ci sarei fiondato se avessi riflettuto un pò, ma è comunque sopra la sufficienza, abbondantemente.

Si chiama Maria. Ha vissuto in Italia a lungo, come al solito con uno sciamannato che viveva di espedienti, l'ha messa incinta e da sette anni nemmeno vede la bambina.
Motivazione "era bello". Ma tanto lo sapevo prima di chiedere, quante ne ho sentite di storie così.
Fanno le preziose solo con chi non è nè Apollo nè delinquente. Allora non ci sono nè dedizione nè conto in banca che bastino, è sempre troppo poco per Lorsignorine. Poi aprono le gambe al primo drogato con gli occhioni.
E passano il resto della vita a lamentarsi dell' inaffidabilità maschile.

Insomma, le ho offerto da bere, mi sono lasciato convincere a ballare, cosa che detesto ma che pratico, ove necessario, con anarchico fervore che le lascia spesso piacevolmente esterrefatte.
E poi una chiacchierata fuori dal locale, dove ci siamo raccontati un pò.
So di essere un tipo interessante, e tra l'altro so esserlo in quattro lingue.
Ho anche imparato a far cadere le osservazioni giuste per far capire che sono in soldi, cosa che tira sempre fuori il loro lato romantico.
Mi sono divertito  a infrangere tutte le regole del bravo rimorchiatore. Le ho chiesto di baciarmi, dicendole tranquillamente che sapevo benissimo che la cosa andava fatta di sorpresa e con sublime senso dell'attimo, ma che non mi andava.
Bacia bene. Io meglio, e l'effetto è stato quello atteso.
Tutta sospirosa e preoccupata di non essere presa per una facile.
Perchè ci vuole tempo eccetera. E io a raccontare senza ridere che quel che conta è la mente.
Le ho lasciato il mio biglietto da visita, dovrebbe contattarmi domani. 
Era chiaro però che subito non ci stava, per non rovinare le cose ho detto che tornavo in albergo.
Mentre andavo via mi ha chiesto se esisto davvero.

E sono andato nel locale accanto. Dove c'era una vietnamita di una bellezza abbagliante, truccatissima, minigonna e tacchi a spillo. Pure tettona. Sbavavo, non ci sono altri termini.
Non filava proprio, di pura forza di volontà sono riuscito a scambiarci quattro chiacchiere, ma vive qui e probabilmente ha la città ai suoi piedi.
Era precisa identica ad un'altra orientale incontrata anni fa ad Amburgo, che rappresenta una delle storie più incredibili della mia vita. Le ho addirittura chiesto se per caso... ma no, era semplicemente la gemella.
 E insomma, appena possibile, Vietnam, arrivo.

Ironia della sorte, rientrato in albergo trovo il messaggio di una locale che mi stavo baccagliando via Social Network. Dopo avermi mandato per prati per giorni, stasera mi ha chiesto di uscire. Però mi ha messaggiato sul sito quando ero già fuori.
Bona dovrebbe essere bona forte, rischio domani di trovarmi in conflitto di interessi, con questa e Maria che vogliono entrambe venire a cena. Al caso sceglierò lei, inventando per Maria una scusa tragica e commovente.
Sì, sono un bastardo. Mi ci avete fatto diventare voi.


martedì 24 luglio 2012

E insomma

E insomma, sono alla seconda pippa senza fumare, pulito da quattro giorni senza sigarette.
In vacanza, fermo le ragazze per strada con allegria e senza molta convinzione, godendomi anche futilità come una gita in Kayak.
Sto abbassando la pressione e riducendo il ghigno, il che non risolve nulla, ma va bene così.

lunedì 16 luglio 2012

Perché ci si masturba (1)

O almeno, perché mi masturbo io.
Quel che accade a me è quel che accade a molti maschi. Forse non tutti. Ma una buona parte.
Confidenze, letture in rete. Non sono il solo.

La masturbazione femminile è diversa. E' uno sfogo dei sensi, la ricerca di un piacere fisico, uno stop allo stress.
Non dico che a volte non accada anche a noi.
Ma perché succeda, dobbiamo essere integri, nel pieno delle energie.
E per il masturbatore compulsivo, categoria che comprende tutt'altro che una minoranza dei maschi, questo non si verifica quasi mai.

Ci si masturba per disperazione.
Quando il pensiero di quanto sia difficile soddisfare le nostre fantasie diventa opprimente.
E si farebbe di tutto per sfuggire all' angoscia.
Ci si crea un mondo proprio, in cui i sogni accadono.
Un grembo accogliente contro il freddo del vento di fuori.
Il maschio è creatura visuale; e preferisce quindi avere una immagine, un filmato che faccia da innesco.
Ma è solo l' innesco.
Perché su quelle immagini si costruiscono storie. Si immaginano antefatti ed eternità.

Io sento, in quei momenti, letteralmente le foto che mi parlano. Frasi di voci suadenti.

E tutto svanisce, e lo schermo diventa l' unica realtà.
E non vuoi andartene.

Passano ore.
Passano la vita e le rare occasioni, mentre sei nel tuo bozzolo.
E in quel momento non te ne frega niente.

Oggi avevo due obiettivi: sbrigare certa burocrazia arretrata e andare in piscina con gli amici.
Mi sono svegliato alle 10:30.
Non ho fatto nulla di tutto questo fino ad ora. Mezzanotte e dieci.

Tempo passato a masturbarmi o a riprendermi dalla stanchezza della masturbazione.
Perché diventa un peso fisico, che appanna i riflessi e la mente e induce un sonno continuo.

Per controllare il fenomeno, che mi mangia la vita, ho cominciato a tenere un diario del tempo gettato in questo modo.
A fianco, per non avvilirmi, la lista di quel che ho combinato di buono.

Oggi mi sono masturbato due volte, per un totale di 3 ore e 34 minuti.
E' incluso nel conteggio il tempo dedicato alla ricerca delle immagini in Rete, durante il quale comunque mi tocco.
E fumo. Fumo come un disperato, per tutto il tempo.
Ora ho la bocca acida.
Ed è un problema in più, perché sono due dipendenze che si sommano, e sconfiggerle è ancora più difficile.

Tanto altro tempo sul letto a riprendermi, leggendo o sonnecchiando di un sonno inutile.

Brevi pause per mangiare. Al positivo, solo un paio di lavatrici.

E non posso ancora andare a dormire, perché quelle pratiche devo sbrigarle per forza

Ne soffrirà il sonno, domani ne soffrirà il lavoro.

Ma una piccola vittoria, l'avere cominciato il diario, il quantificare l' eternità indeterminata e inutile, l'ho avuta.

Per cui ora vado a fare quel che devo.

Verrà un tempo di gioia, perché questo è l'Inferno.

sabato 14 luglio 2012

Come

L' Amore è come Dio.
Ci insegnano da piccoli che esiste.
E da grandi, nonostante tutte le evidenze contrarie, non riusciamo a credere che non sia così.
Abbiamo troppa paura di accettare
che non è così.

Stop Loss

Lo Stop Loss è quella pratica del mercato finanziario per cui a un certo punto, se il titolo è sceso invece  di salire come si sperava, si vende, accettando le perdite per evitare di far peggio.

Ieri sera ho portato Agatha sui tetti del Duomo.
Sono rimasto perplesso a rivederle ai piedi gli orrendi sandali piatti; a cena la sera prima le avevo spiegato della mia passione per i tacchi a spillo e lei ridendo mi aveva promesso una "sorpresa".
Ci avrà ripensato, anche perchè ha passato la giornata in giro a far compere, e magari col tacco 12 diventava pesante.
La pupa casca di soldi, è una figlia dell' Intelligentsja rumena.
Tra l'altro sempre la solita acconciatura inutilmente complicata.
La prima volta che l' ho vista aveva i capelli sciolti e le stiletto ai piedi; era letteralmente un'altra persona.
Così, nonostante la gonna corta, non mi sarebbe passato per l'anticamera del cervello di fermarla.
Sul Duomo scopro che è Ortodossa. Tanto. Mi chiede dei motivi del mio ateismo e, visto che insiste, glie li spiego; ma come sapevo avrebbe fatto, alla fine non tenta di replicare con una argomentazione; semplicemente "Io sento che Dio è in me". E contro gli allucinogeni poco puote il neurone.
Butta male, penso; e butta peggio quando per stasera mi chiede di mangiare vegetariano. Perchè è Venerdì.
Cioè, neanche mia Nonna.

Per tagliare corto, ovviamente lei vorrebbe più tempo; quando, dopo alcune avances respinte ad altezza tette (ha 29 anni, cribbio), le spiego cortesemente che il tempo a disposizione prima che parta è esattamente 48 ore, per cui presentarmi prima a suo padre in tight e chiedere la sua mano mi pare un tantino complesso, ride. Come sempre.
Mi chiede se potrei andare in Romania questa estate. Mi ha anche portato una brochure turistica.
A me però girano i coglioni; per la cena punto sulla più trucida ed economica pizzeria che becco, ché la Marinara a 5 Euro, tra l'altro lì pessima, rispetta le sue superstizioni.
La riaccompagno (se raccontassi dove dorme nessuno ci crederebbe. QUELLI son soldi), e al momento di salutarla le dò un casto bacio sulla guancia.
Si incazza quando le dico che sarò comunque lieto di averla come amica.
Cavolo quanto si incazza.
Ma riesce a sorridere e dire "OK". Stamattina doveva telefonarmi per una gita assieme. Strano, eh, non lo ha fatto.
Per spargere un pò di sale le mando anche un messaggio da cerbiattone sorpreso e occhiceruleo, in cui le chiedo se PER CASO sia arrabbiata. Concludo dicendole che la considero una bellissima persona.
Posso sentirla gridare da qui.

Mollata Agatha, tornando mi dedico al puttan tour stradale. Non lo ho ancora mai fatto, a Milano. Solo Escort e Girls.
Ma vorrei trovarne una bellina, nella mia zona, e portarmela a casa.
Qualcosa c'è, ma nulla che mi travolga. Una ci verrebbe, per 50 Euro, ma dopo averla guardata bene non mi piace abbastanza.
Alla fine vedo Lei. Alba. Una statua. Vent'anni e un volto da adolescente ninfomane. Un vestitino corto che urla prossimo allo scoppio, rosso, tutto da leccare. Tacchi a spillo altissimi. Ho gli occhi a forma di cuoricino.
Porca miseria a casa non ci viene, non so se perché la controlla il pappa o perché, come dice in un Italiano inesistente, non si fida.
Ironia della sorte, è Rumena.
E insomma, trenta euro dietro la pompa di benzina, e vada.
Lascio il motore acceso e metto la mia portiera bloccata contro un muro, per diminuire le probabilità di successo di un eventuale rapinatore.
Le chiedo di limitarsi a strusciarmi la mano sul cavallo dei pantaloni.
Non glie lo spiego e in tutti i sensi non capirebbe, ma voglio fantasticare che lei sia la mia bellissima ragazza che non me la dà.
Oddio, questa bacia. Con la lingua. E ha il piercing. Oddio. E' sorpresa quasi quanto me quando mi metto a mugolare per il piacere di un semplice bacio.
Questa non è una femmina, è eroina.
Ma sobbalza ad ogni raggio di luce che arriva dal traffico, si guarda intorno e lo faccio anch'io.
Ecco perché odio il sesso in strada.
Alla fine, i miei piani di andare  a casa col cazzo dritto si liquefano, letteralmente, quando tra il nervosismo e l'eccitazione decido che una chiusura in tempi rapidi è l' unica.
Mi tocca le palle con una mano mentre mi masturbo nel preservativo. Insisto per guardarle il volto, e vengo come un toro.

Devo rivederla.

Morale della giornata.

Alba mi è costata 30 Euro e mi ha regalato momenti indimenticabili.

Agatha, molto, meno bella, che non me l'ha data e i cui baci mi lasciavano indifferente, mi è costata due serate di duro lavoro più:
a) 16 Euro di prosecco
b) 95 Euro di ristorante
c) 24 Euro di biglietti per il Duomo
d) 19 Euro di pizzeria

Totale 154 Euro, come una Girl di medio livello.
Per non parlare della benzina.
A lasciar fare a lei ci rimettevo pure una gita sui laghi e un viaggio in Romania, ma, appunto, è intervenuto lo Stop Loss.

E' questo il vero motivo della avversione femminile per le puttane.
Rovinano la piazza.

venerdì 13 luglio 2012

Frutti di mare

La ragazza Rumena poi è venuta davvero all' appuntamento.
Qui la chiamerò Agatha.

 E' stata puntualissima, e ha fatto quello che probabilmente riteneva uno sforzo per essere bella. Purtroppo detesto le acconciature elaborate, adoro i capelli lisci, con la frangetta, magari tagliati a caschetto.
Ma ho apprezzato il pensiero.
I sandali senza tacco poi, ugh... ma al primo appuntamento sono tollerante, sant'uomo che non sono altro.

Siamo stati a prendere un prosecco in uno dei posti più fighetti del pianeta, a Corso Vittorio Emanuele.
Ogni volta che vado in questi locali penso che se mi conoscessero davvero mi butterebbero fuori.
E' una artista, in Italia per vacanza. Intelligente e spigliata, parla un Inglese passabile, specialmente per l'Est.
Voleva frutti di mare. Casualmente ho scelto un ristorante vicino al mio ufficio.
La cena è stata lunga e piacevole, abbondante come non sempre in questi posti. E le piace il vino,in quantità da Signora, ma sempre un ottimo segno di apertura alla gioia.
E' ovvio che l'abbia portata con una scusa in ufficio, che l'abbia baciata, che abbia risposto; meno ovvio che alla fine in quelle stanze non sia successo molto, per una sua pudicizia da teenager d'altri tempi.
E' in effetti molto più giovane di me, ma credo che più che altro il suo fosse uno statement del tipo "prendimi sul serio".

Il modo in cui si avvinghiava, lungo la strada del ritorno, in cui insisteva a tenere la mano, mi hanno fatto capire molto di lei. E quel che ho visto mi è piaciuto, non per i piccoli trucchi di finta avarizia che fan solo ridere i vecchi lupi ingrigiti, ma per il calore che emanava, una dote rara.

La rivedo nei prossimi giorni, c'è poco tempo ma è un'arte, scippare la vita.

martedì 10 luglio 2012

Scaramacai


Ed è stata, come prevedibile, una delusione.
Non totale perché Demetra è molto bella, con almeno una quarta di seno, gli occhi azzurri e un volto cesellato da elfo.
Ma perché come al solito.

Mi manda a sbattere fino a una località balneare per incontrarla. Appuntamento alle 11, ho preso un giorno via dal lavoro apposta.
Ci vorrebbe un'ora e mezza. Per strada trovo l' inferno, arrivo, avvisandola del ritardo, a mezzogiorno.
"Non c'è problema". Come no.

La chiamo e ha il telefono spento.
Mi richiama alle 12 e 15  e mi dice di aspettare in un bar.
Alle 12 e 45 mi telefona dicendomi di cercare un certo numero civico.
Lo cerco inutilmente, lei mi ridà per 3 volte la stessa indicazione meravigliandosi.
Solo che il civico che dava era esatto, alla fine ho scoperto che la STRADA era sbagliata.
Ora, è noto che le donne non sanno orientarsi, ma qui siamo al grottesco.
Le descrivo l' incrocio, lei mi dice di andare "diritto davanti".
Dritto davanti il civico non c'è.
"Ah, indietro".
Nemmeno.
"Ma strano, è la parallela"
E se è la parallela perché mi dai il nome di questa strada.
Alla fine era la PERPENDICOLARE, e ci sono dovuto arrivare da solo.

All' una sono in casa, lei è uno schianto in un vestito corto di raso nero da cui trabocca e sandali coi tacchi a spillo, devo ammettere che la pupa sa vestire.
Mi fa spogliare, si fa dare i 250(!) in una busta perché un pò di classe, perbacco, poi in ginocchio a baciarle i piedi.
Si far ripetere quanto è bella (ed è vero), mentre la adoro.
Mi fa inventare nuovi termini per farlo, cosa in cui sono bravo.
In ginocchio ai suoi piedi ingoio la cenere della sua sigaretta e le racconto le mie fantasie, o meglio i fantasmi che mi divorano, nella solita, insensata speranza che questo accenda un riscontro, un contatto.
Beh, una volta mi è successo.
Mi frusta, cosa che personalmente non mi piace ma che accetto se diverte la Miss.
Poi comincia a colpirmi le palle con un frustino, e lì sì che mi eccito. Veramente bella e spietata.

Per tutto il tempo mi fa indossare una parrucca, credo si aspetti che io sia ingrifato e umiliato dalla femminilizzazione.
Invece ho solo un caldo boia.
In anni più verdi sono stato una travesta vera, dura e pura, truccatissima e molto bella.
Ho scopato più maschi di quanto abbiano fatto molte donne.
Figurati se il parruccone non pettinato con il filo di barba mi fa sentire una sgualdrinella in calore.
Più che altro mi sembro il pagliaccio Scaramacai, e, a domanda diretta, glie lo dico.
Pare delusa. Comunque dice che vuole farmi diventare la sua puttana etc.
Vabbè.
Se ho dei limiti ancora da superare sarò il primo ad esserne sorpreso.

Me lo fa veramente rizzare, però, quando mi annuncia che "mi riempirà di corna".
Cosa a rigore impossibile visto che non siamo neanche conoscenti, ma quel che sta in realtà dicendo, tradotto dal Professionalese, è che sfrutterà il mio fetish per il cuckold facendomi assistere a pagamento a una sua scopata con altri.
E' la seconda volta che ci vediamo e la seconda volta che siamo agli annunci, ma lo scetticismo non riesce a calmare i testicoli che come al solito prendono il controllo delle mie speranze.
Diciamo che non sanno guidare un granché, ma almeno sanno esattamente dove vogliono andare.

A un certo punto mi lega, e come suo solito mi fa ripetere interminabilmente frasi tipo "sono un verme schifoso", seduto sul pavimento con la testa abbassata tra le ginocchia.
Accetto, ma il gioco con me non funziona. Perché la seguo con l' udito per la stanza, e sento quel che fa. Pranza, qualcosa di già pronto, poi va di sopra a parlare con qualcuno.Già lo avevo sgamato dalla televisione accesa, la radio che lei teneva ad alto volume non la copriva del tutto.
Passa probabilmente un'ora mentre proseguo il mantra.
Alla fine mi slega e mi dice "Volevo testare la tua capacità di umiliazione".
Certo. Mica volevi farti un panino e due chiacchiere col tuo ragazzo di sopra.
E poi "Vestiti".

Insomma, sono passate due ore di cui una con lei che si faceva i cazzi suoi senza farsi nemmeno guardare.

Mi dice "Ti avevo riservato quattro ore ma...". Faccio notare che un'ora me l'ha fatta perdere lei.
"Hai sempre la risposta pronta, tu".
"No, ho la memoria esatta".

Tra l'altro dovevamo andare a pranzo assieme, cosa su cui contavo per sfoggiare un pò di conversazione e pure, cavolo,  la macchina sportiva (non sono ricchissimo, ma qualche sfizio me lo tolgo, e non me ne frega niente della comodità).
Ma no "Ho mangiato in casa". Sì , ne me sono accorto.

Andando via, mi arriva la suo solita telefonata di follow up  "Sono stata tanto bene con te".
Ottima cosa per il marketing, se non mancasse tutto il resto.

Ci tornerò? Boh. Alla fine è tra le meno peggio, e ho detto tutto.
Il prezzo però è insostenibile sul lungo periodo, potrei proporle di darsi una calmata ma ho poche speranze.
Vedremo.

lunedì 9 luglio 2012

Il problema

Il problema è che pagare, il più delle volte, non serve a niente.
In Italia, praticamente la totalità delle volte. E' andata un pò meglio all'estero in passato, ma sono altre storie.
Di fronte a cifre esose (dai 100 ai 250 per incontro, e ci sono quelle , personalmente mai provate, che arrivano a  500), ci si aspetterebbe un pò di qualità.
E invece le deficienti rubano sul tempo.
Ce ne era una che mi aveva preso non poco, di recente. E' in rete con parecchi nomi diversi, diciamo che si chiamerà qui Angela.
Armena, corpo da sballo, un viso particolarissimo, da femme fatale di Hugo Pratt. Bella bella bella, pelle di seta. La prima volta, cento euro, siamo stati assieme una mezz'ora.
Trattandosi di una Escort, o meglio una Girl, termine più adatto a quelle che lavorano in casa, l' ho presa alla larga.
Perchè il mio ideale è il Femdom ma volevo arrivarci pian piano, per vedere come reagiva. Altrimenti c'è il rischio che la tipa cominci a  digrignare i denti e fare pagliacciate tipo "Sei stato cattivo... sei stato molto cattivo...".
Un pò di classe, parbleu.
Le spiego pian piano che non voglio scopare, solo accarezzarla, e se vuole , leccarla.
E che preferisco non venire. Sta al gioco, si diverte, alla fine mi dice "posso essere molto più cattiva".
Vado via con la testa in cielo, il cazzo dritto e il cuore pieno di speranza.
Per un paio di settimane, tra impegni miei e suoi (cambiano città, se le cerchi dicono che sono in vacanza ma poi c'è l'annuncio sui siti "Sono a  Genova") non la sono riuscita a vedere.
Poi torna e riorganizzo.
Stavolta ne chiede 150, sfrontatamente dicendo che è la stessa cifra dell'altra volta.
Vado comunque, lei è bellissima, come da me richiesto molto truccata (bisogna chiederlo prima, e a loro ogni volta pare strano. Vivo in un mondo di pazzi), bikini azzurro e sandali a spillo.
Cominciamo ed è bellissimo.
Poi " Finito.".
E io "Eh?". Guardo l' orologio: "10 minuti? Mi mandi via dopo 10 minuti?"
E lei "Sono la Padrona e ti mando via quando voglio".
Mi rivesto stramaledicendola, potrei strapparle i soldi, o meglio pestarla e cercarli per l'appartamento dato che li aveva portati fuori stanza,  ma preferisco evitare una piazzata o peggio.
Le dico che non tornerò più. Fa spallucce.
Ecco. Sono tutte così
.
Domani incontro Demetra, con cui pure c'è stato un episodio del genere. Ma mi ha richiamato, ha insistito. Dovrei passare una mezza giornata con lei, dice per recuperare del poco tempo dell' altra volta.
Sono altri 250, che precedentemente erano bastati per una sola ora  (aveva promesso ben altro) mandandomi via furioso.
 La sua voce dolce mi ha fregato la prima volta, mi sa che mi fregherà ancora.
Non è che noi maschi siamo fessi, ma che alternativa abbiamo?

domenica 8 luglio 2012

Carpe Diem

E ieri siamo stati a fermare le ragazze per strada, con Garp.
Garp è in questo momento il mio amico più operativo; vale a dire, quello con cui esco più spesso.
E' stata una amicizia imprevista, nata da un incontro in tutt'altro contesto; e inizialmente, non ne avevo simpatia.
Ma, nonostante la nostra diversissima provenienza, abbiamo in comune una disperazione lucida e incapace di arrendersi.
Lui lo fa da molto tempo; io ne ho qualche esperienza, e volentieri ho preso ad accompagnarlo in queste scorribande in cui è meglio non essere soli.
Perché l' uomo isolato incute timore, il timore del maniaco, dell' outcast, dell' incontrollabile incapace di socialità.
E le ragazze viaggiano a coppie. Qualche volta,in gruppi di tre, o poche di più.
Siamo stati a Parco Sempione. Il primo è stato un gruppo di polacche; due inguardabili, una, bionda sui quaranta, appena sopra la mia soglia di accettazione, ma piaceva molto a Garp. Si è avvicinato fingendo di chiedere informazioni; loro gli hanno creduto, per i primi dieci secondi.
Poi abbiamo gettato la maschera, con un sorriso. La bionda preferiva parlare in Francese, per cui più che altro ho comunicato io come mi riusciva (lo leggo, ma...). Non è che lui sia rimasto tagliato fuori, aiutato dalla simpatia e dall'energia quasi infinita che gli invidio.  Sarebbero restate in Italia ancora per un paio di mesi, insegnanti di scuola in vacanza. Alla bionda piacevo chiaramente di più io, ma il piacere non era abbastanza reciproco. Quando è stato chiaro che per Garp non c'era niente da fare, le abbiamo salutate.
Non è che io stessi molto meglio del giorno prima; ma una cosa mi hanno insegnato anni di solitudine: non si gettano via le occasioni di uscire con gli amici. Sono un dono prezioso e per nulla scontato; e se ti sembra che non sia raro, è solo perché sei in una bolla, che prima o poi scoppierà. Tempus fugit, carpe diem. E cave canem, vabbè.
Poi, nel relativo marasma di quella giornata, ricordo due Kazhake, studentesse di architettura, che non volevano saperne; un paio che abbiamo provato a fermare con la scusa di proporgli una apparizione in un video (la bionda, strafiga annoiata: già fatto); altre due puntate e immediatamente evitate quando ci siamo resi conto che per età eravamo in zona galera.
E poi Gilda. Stavamo andando via quando l' ho vista. Brunetta, snella, molto bella (forse il naso non mi piaceva molto, ma cavolo, la sposo e glie lo faccio rifare, no?). Gonna lunga nera e camicetta bianca.  In coppia con una meno bella, inspiegabilmente vestita da centrafricana ricca, un pugno nell'occhio non piacevole, con un orrendo cappello cilindrico che le nascondeva completamente i capelli suggerendo una impressione di calvizie.
La approccio con un classico: "Scusa sto cercando di inventare una scusa per rimorchiarti ma ho mal di testa, e se potessimo saltare questa fase..."
Ovviamente no, grazie. Ma il mio lontano amico Ubaldo me l'aveva insegnato: non mollare, che ci perdi?
Continuo a camminarle a fianco per il viale, le mani dietro la schiena ad escludere qualunque ipotesi di aggressione o presa. E le parlo, incessantemente come mi riesce facile, inventando giochi e  arcobaleni con le parole. Non serve a nulla.
La situazione la sblocca Garp, buttando lì che siamo musicisti (è perfino vero, incidentalmente). Improvviso lampo di interesse, è una ballerina. Garp le propone di comparire nel nostro video, insieme all'amica. Il video può darsi che lo facciamo tra un anno, ma perché sottilizzare.
Scambio di email, ma sarà dura: non ride alle mie battute e critica tutto quel che dico. Le lascio il mio biglietto da visita da Serio Professionista, con dietro scribacchiato un link dove andare a sentire le mie canzoni. Non ne verrà fuori niente, ma preferisco vada male con quelle belle.
Perché non è che le brutte siano di molto più facili.
Tornando, un breve epilogo sotto il Duomo, con due Inglesi in partenza domani (una delle due era una brunetta divina), e lì l'estrazione popolare di Garp, che è andato un pò troppo sul grossiè, ha rischiato di costarci una chiamata di vigili.
Andando via noto le spalle di una visione in tacchi a spillo. Ipnotizzato accelero e la affianco con un "Sei molto bella" privo di convinzione. "Grazie". E ride. La guardo un pò stupito. Come spesso accade, il volto non è all'altezza del resto, ma non è brutta. Sicuramente sopra la mia soglia di attenzione. Rumena, ride di continuo a  tutto quel che dico, la invito a cena sui Navigli ma stasera non può e domani parte. Mi lascia il numero di telefono, può darsi che tra qualche giorno ripassi da Milano.
Può darsi. Non ci perderò il sonno.

La sera, una stanca replica alle Colonne di San Lorenzo, con altri, ma avevo finito la benzina.

Oggi andiamo in piscina, e alla fine perché no, meglio che impazzirsi addosso.

A sorpresa mi ha chiamato Demetra. Vorrà soldi, ovvio, ma non è questo il problema.

venerdì 6 luglio 2012

Seghe e fumo

Stasera non esco.
Sarei potuto andare al Club.
Il Club è, a mia conoscenza, l' unico posto in Italia in cui si organizzino con una certa regolarità serate Femdom.
Ma me lo sono impedito, più o meno consciamente.
Ammazzandomi di seghe.
Sono giorni che lo faccio, e oggi mi ero ripromesso di smettere.
Macché. Seghe e fumo, vorrei dire fino a star male, ma nemmeno.
Solo fino a provare torpore, e disinteresse per tutto.
Non c'è in me adesso una goccia di testosterone.
Andando lì, non avrei né interesse né energia, e si vedrebbe.
Già normalmente è difficile; nelle mie condizioni avvicinarmi a  qualcuna sfidando la consueta indifferenza sarebbe stato impossibile.
Non è il caso di crearmi rinforzi negativi.
Devo prima rimettermi in piedi.
Ma ho voglia solo di morire.